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L'altro lato della chirurgia

Storia di Faith

Storia di Faith

La mattina, pochi minuti dopo aver poggiato i piedi a terra e messo su l’acqua calda per la colazione, Faith si guarda allo specchio e per qualche istante si dimentica di avere l’aspetto che ha. È come se il cervello, nonostante gli occhi dicano altro, le suggerisse l’immagine di una lei che non c’è più, ma che non ha dimenticato.

Il suo nome qui a Londra dove vive non suscita dubbi o curiosità ma a Roma, dove è cresciuta, faceva ridere tutti. Che significa, cosa vuol dire? Fede, fiducia, significa fiducia, rispondeva lei.

La fiducia che si ha da bambini nel credere che ai genitori non capiti mai niente di brutto, ad esempio.
La stessa fiducia che viene meno quando il tuo papà se lo porta via un linfoma dal nome difficile e tu hai solo 11 anni e la tua mamma solo 29.
Mamma smette di mangiare, Faith la vede farsi piccola piccola, come volesse scomparire. Lei, di rimando, mangia sempre di più. Il cibo le sembra un ponte con quel papà sorridente, bravo a cucinare, che riunisce tutti intorno alla tavola. 

Le sembra difficile, adesso, ricordare i dettagli di quel periodo. L’adolescenza coincide con un alternarsi di frammenti di ricordi, di momenti confusi, dolorosi. Il cibo diventa rifugio e trappola, rimedio e angoscia. 

Faith è una studentessa brillante, impara le lingue, andrà a Londra, si promette, cambierà vita. Il peso sulla bilancia cresce, sono anni faticosi e strani. Un giorno Faith è in Cina, durante un’esperienza universitaria con altri studenti. Devono fare un’escursione nel deserto. Cammina, arranca, non riesce a tenere il passo. Pesa centoventidue chili, troppo pesanti da portare per il suo metro e cinquanta.

Quando torna a casa chiede aiuto, lo stesso aiuto che prima ha rifiutato con rabbia quando le veniva proposto, come se ogni domanda, ogni suggerimento fosse una terribile invasione di campo.
Nel 2018, dopo una attesa di due anni, si opera allo stomaco con un intervento di bypass gastrico e in poco più di un anno perde 62 chili, fa terapia, fa pace piano piano con il cibo che torna ad essere un amico, non un nemico da combattere. Si trasferisce a Londra, si innamora. Faith ha trovato di nuovo la fiducia.

Quando si guarda allo specchio però soffre per la pelle in eccesso che vede sul sul suo corpo, come se si trattasse di un guscio svuotato troppo in fretta. Si rivolge una volta ad un chirurgo che la guarda con sdegno: non posso fare niente per te, le dice. Lei piange e non ci pensa più.

Un giorno si imbatte sui social nel profilo di un chirurgo. Si chiama Claudio. Viene colpita dal volto, dalle parole gentili. Ha fiducia. Qualche mese dopo, effettua un intervento di liposuzione e di mastoplastica che le restituiscono il corpo che, da sempre, cercava nello specchio. Tra qualche mese effettuerà lo stesso intervento anche sulle gambe. 

Ogni volta che Faith guarda le sue cicatrici sorride e pensa: sono le mie medaglie, mi ricordano che ce l’ho fatta, che ho avuto fede e fiducia. Sono rinata. Ora somiglio a chi osservo nello specchio.

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