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L'altro lato della chirurgia

Storia di Marta

Storia di Marta

Ti do il benvenuto nella sezione “L’altro lato della chirurgia”, una raccolta di storie di vita e di profondi cambiamenti di alcuni dei miei pazienti, a cura di Chiara Nocchetti.

Io sono Claudio Maestrini e mi occupo di Chirurgia Estetica e Ricostruttiva e di Medicina Estetica.

La prima cosa che Marta dice, quando qualcuno le chiede di parlare di sé, è che lei è una mamma e una nonna. Una mamma e una nonna fiera, aggiunge, scandendo piano le lettere, forzando le parole, piegandole sotto la lingua come a volerle sottolineare.

Poi, ribadisce sorridendo, ho anche 62 anni, si capisce?

Prima che l’interlocutore possa rispondere lei ribatte: voglio si capisca eh, non voglio dimostrarne di meno, sono fiera dei miei anni, fiera! Sono gli anni di vita che ho, sono gli anni di vita che mi sento.

Marta ha degli occhi verdi luminosi, chiari, che sembrano trattenere la luce e filtrarla appena. Dei suoi occhi lei parla spesso.

Vivere, ripete, è tenere gli occhi aperti, non abbassare lo sguardo, guardare dentro le cose, fissarle, farle proprie.

Gli occhi, dice Marta, tradiscono i pensieri perché è dagli occhi che si capisce cosa pensiamo, cosa sentiamo, cosa vogliamo.

Sono stati proprio gli occhi, per un periodo, ad averla ingannata.

Marta racconta un dolore antico, uno di quelli che il tempo raffredda, cura, lenisce, ma che non si dimentica. Parla di un uomo che per alcuni anni, molti anni fa, le ha reso la vita impossibile trasformandola nella vittima di una dinamica complessa, infernale, ingarbugliata.

Marta ricorda, con urgenza, con fretta, come a volerlo rimuovere, di un periodo in cui le faceva paura uscire, guidare, vivere, rispondere alla porta o al telefono. Un periodo che l’ha portata ad aver bisogno di aiuto per uscire da una profonda depressione attraverso una terapia farmacologica e psicologica.

È passato, è passato, sono passati dodici anni, è passato.

Ci tiene a dirlo, a ribadirlo, per chiarire che lei non è più in quel dolore, che lei non è più una vittima. Però, aggiunge, il dolore le si era infilato negli occhi. La terapia farmacologica, l’aumento di peso, il dolore, la paura, avevano accentuato quelle che lei, più volte, chiama delle “cose nere” sotto a gli occhi che le rendevano doloroso osservarsi allo specchio perché le ricordavano la paura.

Ogni volta che Marta si guardava allo specchio fissava i suoi occhi e il gonfiore delle palpebre, delle borse, dello sguardo. Il dolore si è infilato negli occhi, diceva, e mi ricorda una me che non esiste più, voglio che vada via.

Quando ha scelto di effettuare l’intervento di blefaroplastica la famiglia ha provato a dissuaderla: cambierai aspetto, le hanno detto.

Non è così, ha risposto Marta, tornerò ad essere me.

Ad aprile 2022 ha effettuato l’intervento che le ha permesso, come ripete lei, di avere finalmente, di nuovo, gli occhi aperti.

La paura se ne è andata, Marta è fiera.

Grazie per essere arrivatə fino in fondo.

La mia speranza è che questa storia, come quelle a venire, possano essere fonti d’ispirazione.

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E come sempre, grazie per il tuo supporto.

Dott. Claudio Maestrini

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