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L'altro lato della chirurgia

Storia di Nicole

Storia di Nicole

Ti do il benvenuto nella sezione “L’altro lato della chirurgia”, una raccolta di storie di vita e di profondi cambiamenti di alcuni dei miei pazienti, a cura di Chiara Nocchetti.

Io sono Claudio Maestrini e mi occupo di Chirurgia Estetica e Ricostruttiva e di Medicina Estetica.

Esistono pensieri felici, che ti fanno sorridere all’improvviso, prima di dormire, mentre aspetti il bus, mentre fai la fila alla posta.

Esistono pensieri tristi, che ti mettono addosso una malinconia strana, che ti colpisce all’improvviso e tu ti impegni a scacciarla via, come si fa con i moscerini, in giardino, d’estate.

E poi ci sono pensieri invadenti, inarrestabili, che ti si infilano dentro e ti seguono ovunque. Finisci per non liberartene mai, non sai dove cominci tu e dove iniziano i pensieri perché ti risucchiano, ti fanno compagnia, finché non sei cosa diversa da quel pensiero, non esisti più.

Contare le calorie, contare i morsi, i bocconi, le ore che separano un pasto dall’altro, le cene fuori casa, gli inviti alle feste, il numero di sorsi di un drink, questo è uno di quei pensieri invadenti.

Il cibo non è più strumento, non è più piacere, scoperta o condivisone. Il cibo diventa un nemico, un avversario temibile, una pedina da controllare prima che sia tardi e sia lui, inevitabilmente, a controllare te.

La prima cosa che noti, quando Nicole ti guarda e ti parla, è l’energia che sembra scivolarle dalla pelle e finirti addosso. Ti trascina, con la voce e con lo sguardo, e ti viene in mente la gioia dei piccoli, di quelli colpiti ancora da un allegro piacere nello stare al mondo.

Nicole, che riempie la stanza di luce, parla di un tempo in cui questa luce sembrava smarrita. Il cibo le è stato nemico da bambina, a dieci anni, quando il dolore di un papà che non vive più con lei sembrava così grande da oscurare tutto. Forse, pensa Nicole, se non mangio sparisco e se sparisco se ne accorgono e mi vengono a cercare. Nicole è una bambina talmente magra che deve smettere di fare sport, che fa fatica ad andare a scuola. 

Poi, così come è arrivato, il buio sembra andare via e seguono anni di luce.

Ora Nicole di anni ne ha venti e si innamora di un uomo che non la sa amare e che non può amare, si innamora di un amore che non moltiplica ma divide, che non raddoppia ma sottrae. Nicole smette di mangiare di nuovo, lentamente, finché non arriva a pesare poco più di trenta chili. Mangia un finocchio a pranzo e uno a cena, per un anno. Una sera deve andare ad una festa, ha un vestito che le casca male, le sta enorme, sembra una gruccia vuota. La mamma le scatta una foto di schiena, Nicole la osserva e ad un tratto, senza ragione, prova tenerezza per quello che vede. Ma sono davvero io? Dove è finita la luce? Possibile che il buio si sia mangiato tutto?

Piano piano, passo dopo passo, Nicole inizia a camminare verso la luce. Mangia di più, beve, cammina, comincia a lavorare in un negozio dove un giorno, dalla vetrina di fronte, un ragazzo le sorride e poco dopo la invita ad uscire. Quattro anni dopo, quel ragazzo è ancora con lei e le ha insegnato un amore che moltiplica, che raddoppia, che ride.

Nicole non si rivede ancora in questo corpo che non le appartiene. È seduta dal parrucchiere e parla del suo non riconoscersi quando una donna che la ascolta le dice: perché non ti rivolgi al Dottor Claudio; forse può aiutarti.

A Claudio Nicole chiede di aiutarla a riappropriarsi delle sue forme, del suo seno scomparso, del suo corpo in cerca di luce.

Lei e Claudio dopo l’intervento diventano amici, hanno una luce simile che sembra illuminarli. Un anno dopo Nicole lascia il lavoro nel negozio e inizia a lavorare nello studio del dottore che, poco prima, l’aveva aiutata a riconoscersi.

Nicole ogni giorno si occupa di accogliere le nuove pazienti e i nuovi pazienti, provando ad accompagnarli in un viaggio di scoperta di sé.

Nicole non ha più paura del cibo, non ha più paura del buio.

Ha imparato ad amare di sé anche le ferite.

Dopotutto, come disse una volta un poeta, c’è una crepa in ogni cosa, ed è così che entra la luce.

Grazie per essere arrivatə fino in fondo.

La mia speranza è che questa storia, come quelle a venire, possano essere fonti d’ispirazione.

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E come sempre, grazie per il tuo supporto.

Dott. Claudio Maestrini

PS: Se anche tu hai una storia da raccontare, scrivici a dr.claudiomaestrini@gmail.com

Con Nicole abbiamo fatto anche un video:

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